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		AUTOREVOLI CRITICI D'ARTE HANNO SCRITTO: 
		  
		
		LA SPIAGGIA 
		2006 
		Dipinto con grandi contrasti cromatici, 
		elementi naturali come la terra, l’acqua salata del mare, la luce, 
		convergono in un punto, dove l’occhio dell’osservatore va a posare, 
		quasi costretto da una forza sconosciuta. Piccole, quasi insignificanti 
		le costruzioni dell’uomo, elementi artificiali e superficiali, 
		inghiottiti dalla supremazia del mare. 
			
			
			
			 
				
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						dott.ssa Gabriella Babuin |  
		  
		AUTORITRATTO 
		2007 
		Ogni volto di Carlo Pecorelli. compreso 
		il suo, porta in sè la sua stessa maschera, ed in essa trova la sua 
		essenza vera. Egli sa fingere di giocare. Perché non esiste certezza che 
		la vita abbia un destino, e con essa tutto il nostro affanno d'esser 
		seri. Pecorelli vede ciò che i nostri occhi vedono procedendo da una 
		selezione degli elementi della visione. In questa affermazione è 
		concentrata la magica forza di Autoritratto: selezione e 
		semplificazione. 
			
			
			
			 
				
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						dott. Andrea Diprè critico d'arte
						  
		LA NAVE; 
		
						2007 
		Esso denota una fervida fantasia nella 
		costruzione geometrica delle linee e delle forme, che creano sulla 
		superficie pittorica dei segmenti di colori; l'accesa cromaticità che, 
		credo, contraddistingua la sua pittura, è evidente traduzione visiva di 
		una dirompente emotività che trova sfogo sulla tela, esprimendosi 
		attraverso un'astrazione formale che, apparentemente dettata da una 
		"casualità", è invece frutto di un'organizzazione razionale dello 
		spazio; in una composizione pianificata, in cui si distinguono segni e 
		simboli, i colori caldi e vivaci, esprimono le emozioni interne 
		dell'artista attraverso l'uso di un linguaggio spontaneo e volutamente 
		elementare. 
		dott.ssa Zaira Daniele insegnante 
		storia dell’arte materie letterarie di Fondi(LT)  Critica d'arte |  
		  
		CARLO PECORELLI
 2007
 
 Incontrare e scoprire dovrebbero essere momenti fondamentali per chi si 
		interessa di Arti Visive. Naturalmente i due verbi acquistano in questo 
		caso un valore semantico superiore. Poiché l’incontrare non è un 
		incontro superficiale e scoprire significa conoscere in profondità. 
		Quindi entrambi legati alla valenza del significante poiché l’effimero 
		tanto caro ai nostri tempi ci indica la negazione di ciò in cui noi 
		fortemente crediamo. E’ il credo adottato da un giovane artista che 
		muove i suoi passi nel campo minato dell’arte. Naturalmente qualche 
		incontro infelice non lo deve demotivare ma farlo continuare se ci crede 
		fermamente. Altrimenti è meglio lasciare il viaggio per altre avventure 
		più semplicemente speculative. Ma mi sembra di capire che Carlo 
		Pecorelli sia una figura di self made man sotto tutti i punti di vista e 
		la sfida, meglio se dura, lo stimola a continuare il percorso. La Nave 
		che troviamo tra le sue opere è un archetipo. Rappresenta il sogno, le 
		fatiche, i tentativi e come in un novello Ulisse le colonne d’Ercole non 
		sono un limite invalicabile. Un ostacolo per raggiungere un valore 
		estetico etico duraturo. E il visitatore del suo mondo deve percepire 
		questa differenza. In questo ci sono tutti i sintomi per un percorso che 
		dovrà essere periglioso. Ma il giovane Argonauta ci appare deciso.
 
 dott. Giancarlo Da Lio
 Critico d'arte Ambasciata di Venezia
 
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